La dittatura dell'uguale è un uroboro sociale

Si fa molto in fretta a confondere l'uguaglianza con la somiglianza, sono però due cose differenti, la prima è un'utopia, la seconda è un diversivo storico. Con il passare del tempo non stiamo più lottando per acquisire maggiori diritti, ma per assomigliarci tutti.
Si potrebbe quasi sostenere che in un sistema così capillarmente diffuso come il capitalismo (al punto che ormai ha assunto per molti versi i tratti di una religione) questa somiglianza tra le persone sia inevitabile, anzi, per usare la parola più infangata degli ultimi anni, naturale.
Ci assomigliamo mentre ci livelliamo verso una figura di neo-consumatore apolitico, ateo, asessuato, cioè un essere umano privo di qualsivoglia connotazione specifica. Si potrebbe notare, non senza malizia, che destrutturare l'individualitá aprirebbe forse le porte a tutta una nuova serie di mercati.
Ad esempio i supermercati e le farmacie del futuro potranno comprendere prodotti e cliniche low cost di chirurgia estetica per individui sessualmente indecisi.
La propaganda sotterranea che ci ha portato a tutto questo è cominciata molti anni fa. Stilisti impossibilitati ad avere corpi diversi da quelli che avrebbero voluto, hanno umiliato la femminilità rasandole i capelli a zero e rendendola anoressica, hanno femminizzato l'uomo proponendo un modello muscoloso ma con lineamenti femminili, corretti con maquillage e chirurgia estetica.
La peluria sul corpo che ha sempre caratterizzato l'individuo sessualmente adulto, è diventata a poco a poco cosa sporca e volgare.

Gli adulti assomigliano ai bambini
Gli adulti assomigliano ai bambini perché non vogliono invecchiare. L'individuo vecchio è fermo in un mondo dove la mobilità e la velocità sono fattori predominanti. Se si ferma, egli diviene uno sconfitto.
All'esame oculistico per il rinnovo della patente, gli esaminatori mettono firme di avvallo e guardano con una certa indulgenza vecchi di settant'anni mezzi ciechi, che pretendono di continuare ad esistere nel flusso metallico delle autostrade. La giovinezza è salva, il mercato delle automobili pure.
Gli adulti assomigliano ai bambini perché da giovani si passa il tempo a cercare di accumulare ricchezza e da vecchi lo si passa a cercare di recuperare la giovinezza perduta.

I bambini assomigliano agli adulti
Le età si avvicinano nell'uroboro sociale, anche questo è un tentativo ingenuo di esorcizzare la morte, di rinviarla. Bambini ipertecnologici che non hanno più spazi loro, ma ne occupano di sempre maggiori nel mondo degli adulti. Bambini che fanno cene mentre gli adulti guardano, bambini che si autodeterminano sessualmente. Diventeranno presto dei dittatori casalinghi adolescenti in un mondo senza sberle. Ragazzini senza figure di riferimento adulte, che non temono più nulla e osano di tutto.
Giovani promossi agli esami della vita senza fare nulla, senza merito o forma di competizione alcuna, se non il videogioco.
Essi hanno come unico modello imitativo l'influencer, il quale è molto spesso, un adulto che si finge ragazzino, un incursore strategico nei mondi giovanili che inocula nuove mode facendosi pagare dal miglior offerente (ma in fondo i paninari cos'erano?). 
Da notare inoltre come le più recenti modalità di visualizzazione di YouTube assomiglino sempre di più alla vecchia televisione, prima non c'era pubblicità ed ora c'è, prima la si poteva saltare ed adesso, sempre più spesso, diventa obbligatorio subirla.
Allora cosa c'è di nuovo?
Che la nuova televisione a chi la produce non costa più nulla, perché un branco di dementi affamati di vanagloria diventano presentatori, opinionisti, esperti di videogames o quant'altro, ma lo scopo alla fine è sempre lo stesso, guadagnare soldi dalla pubblicità, vi ricorda qualcosa?
L'influenzatore ti insegna che puoi diventare ricco stando a casa davanti a un monitor e i giovani gli credono.
Ultimamente il miglior amico del figlio della mia compagna alla domanda "che scuola hai scelto?" ha risposto "una scuola che t'insegna a vendere le cose su internet".
Naturalmente senza nessun operaio che produca tutto l'esistente, tutti questi startupper tra qualche anno prenderanno la realtà in faccia come un muro ai duecento all'ora.
E chiunque non abbia genitori abbastanza ricchi da fargli aprire facebook o sostenere i propri fallimenti, dovrà andare a lavorare come tutti gli altri.
I giovani crescono troppo in fretta, assimilando il peggio del valori della modernità, anche se poveri, appena ne hanno occasione diventano immediatamente voraci consumatori di beni di lusso.
La religione cristiana con i suoi precetti morali era un limite, il capitalismo è la religione della mancanza di limiti. In ogni caso si sarebbe potuto sostituire un sistema di valori sbagliato e obsoleto, ma di sicuro non con la religione che ha come unico valore il profitto personale a tutti i costi.

I dipendenti assomigliano ai capi
Tutti stratupper, tutti partite iva, tutti padroncini, tutti presi nel grande mercato del business e del management, tutti capi insomma, se non di qualcuno almeno di noi stessi.

I capi assomigliano ai dipendenti
Miliardari trentacinquenni vestiti da ragazzini che provano, senza riuscirci, a mimetizzare le proprie ricchezze, continuando ad ostentare la figura del giovane semplice, ma i numeri dei loro patrimoni spropositati sono su tutti i giornali e il giochino non funziona più.
Mark Zuckerberg eternamente giovane, guarda basito una commissione di adulti che lo accusa.
Sono gli stessi che lo hanno spinto a produrre la mostruosità di cui oggi è a capo.
Così come la scienza da almeno un trentennio non ha prodotto quasi più nulla che abbia avuto una rilevanza rimarchevole nel mondo reale, questi neo-ricchi, per la maggior parte, sono diventati facoltosi attraverso un sapere futile, generatore di miraggi elettronici e ipertecnologici che non produce niente di fisico, se non dei neo-modelli di business per lo sfruttamento di altri esseri umani (amazon, glovo, etc.).
Il paradosso sta nel fatto che questi miraggi nonostante la loro natura effimera, hanno provocato un peggioramento della società, fisico e tangibile. Man mano che i mondi virtuali diventano più colorati e dettagliati, la realtà procede di pari passo in senso contrario. Intanto, complice la novità delle pandemie, ci avviamo verso un'epoca in cui le occasioni di uscire di casa saranno sempre meno. Il consumatore odierno è immobile, e chi è fermo a subire la dittatura del pornocromatismo, non agisce più nel mondo reale, intendendo quest'ultimo come rete di relazioni tra le persone nel mondo fisico.

Gli uomini assomigliano alle donne
L'uomo perde ogni connotazione, perché uomo oggi significa violenza e volgarità. L'uomo che smette di occupare spazi tipicamente maschili, comincia ad occupare spazi femminili. L'uomo di oggi è privato di ogni connotato maschile se non quelli che servono ancora il capitale e la procreazione.
Il liquid gender è l'ultima trovata radical chic, i figli delle star di Hollywood (ad es.Will smith o Angelina jolie) si autodeterminano sessualmente in giovanissima età, quindi, per il genitore borghese e suo figlio, compiere le stesse scelte, equivarrà presto ad uno status sociale modaiolo e imitativo.

Le donne assomigliano agli uomini
Uguaglianza significa anche buttarsi nella lotta, nel peggiore dei casi la guerra, nel migliore mancanza di tempo da dedicare alla propria famiglia.
La donna comincia ad assomigliare all'uomo, ma come già detto l'uguaglianza non è somiglianza. Nel livellamento forzato il primo perde parte della propria mascolinità e la donna rinuncia a parte della propria femminilità.
Tutto ciò che una volta connotava la donna sta andando a scomparire, 
In un mondo duro e competitivo, ella per esistere e resistere deve mascolinizzarsi, de-femminizzarsi e anche quando si veste e comporta da donna, spesso rinuncia a quella gentilezza, quella dolcezza, che potrebbero essere prese come segni di debolezza.
Niente più gonne a primavera.
Al giorno d'oggi, starlette a parte, le grandi figure di riferimento femminili nel panorama mondiale, le donne di successo, le donne importanti, assomigliano sempre più spesso a degli uomini esteticamente e caratterialmente.

Le categorie che si assomigliano sono sempre di più e formano un serpente che si mangia la coda. É come se dei cuochi che prima cucinavano tanti piatti diversi, smettessero di farlo e uscissero dalla propria cucina per chiedere agli altri "tu cosa cucini oggi?" Poi nel terrore di sbagliare, ma con ancora quel briciolo d'orgoglio di voler fare qualcosa di proprio e originale, tornassero a nella loro cucina e preparassero qualcosa di simile agli altri cuochi.
Nel tempo, la cucina di quella zona comincerebbe ad essere mediocre e un po' tutta uguale.
Ed è proprio questo che sta succedendo alla nostra socialità, ma a cosa è dovuto tutto ciò?
Per produrre una buona riflessione dobbiamo partire da una premessa valida e accettarla, ma come ogni ingrediente primo, sarà quasi di sicuro un po' indigesta.

Noi non siamo tutti uguali, non lo siamo mai stati e non lo saremo mai.

Perché ci connotiamo diversamente secondo, etnia, credenze religiose, estrazione sociale e infine sesso (inteso come geneticamente predeterminato).
Da qui in poi possiamo raccontarci tutte le barzellette che vogliamo, ed anche confonderci le idee, dirci che se facciamo il colpaccio diventeremo ricchi, o che se ci facciamo evirare con l'anestesia e i punti diventeremo donna, o che tutti questi anni immersi nell'acqua santa non hanno contato nulla, ma in realtà così non è.
Siamo nati tutti con un corpo che non ci piace, ci conviene fare il meglio che possiamo con quello che abbiamo, orientarci sessualmente come meglio ci aggrada e smetterla di raccontare ai nostri figli che se sono alti un metro possono essere campioni di basket, se si impegneranno molto, perché questo è il messaggio che passa nelle pubblicità e nei film ma non è la realtà. E illuderli non farà altro che fargli vivere una brutta vita.
Relativamente alla chirurgia estetica si può solo dire che confondere gli altri è una pratica proporzionale alla confusione mentale che si genererà in noi stessi.
Aggiungo che un mondo più giusto non sarebbe un posto in cui hanno tutti gli stessi diritti, ma diritti di base (sopravvivenza e dignità umana) universalmente riconosciuti per tutti e diritti maggiori che possono aumentare o diminuire rispetto ai meriti e al lavoro svolto per la comunità di cui si fa parte. 
Fuori da ogni ipocrisia si può anche dire che è logico (lo diceva già Platone) che le persone appena arrivate in un paese (a parte quelli di base) non possano avere gli stessi diritti di chi ha costruito quella società, perché altrimenti cesserebbero le rivoluzioni e comincerebbe il turismo dei diritti, mentre cioè i telegiornali parlassero di barconi, milioni di esseri umani prenderebbero treni o aerei per spostarsi in quella parte di mondo dove ottenere di più, senza esserselo guadagnato con la lotta sociale.
Vi ricorda qualcosa?

In fine diritti speciali per categorie specifiche, perché un diversamente abile o una donna incinta, per citare due categorie a caso, devono necessariamente avere qualche diritto in più per la condizione particolare nella quale si trovano, ma non essere inclusi per forza in contesti scolastici o lavorativi che li squalificherebbero e che loro, a loro volta, finirebbero per squalificare.

Lo avevo detto che era indigesto.

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