Racconti da Stoccolma


Stoccolma è l'inferno. Un film dai contenuti espliciti, cruenti e di violenza esacerbata. Laddove si poteva arrivare a una riflessione positiva, si finisce stremati. Un incredibile catena di eventi negativi, dove il messaggio continuo è: sono proprio le perosne che amiamo di più a tradirci. Se ne esce esausti anche se l'ultimo risvolto delle vicende narrate sarà positivo. C'è come un senso di attesa per la tragedia che continua a rigenerarsi mentre le cose peggiori succedono. Un brutto confronto senza speranza tra etnie, schemi famigliari e scociali rigidi e senza pietà per i trasgressori. Tremendo, spero davvero che ci sia poco di realistico in tutto questo. All'apice di una delle vicende raccontate, una madre ordina l'omicidio della figlia chiamando tutti i famigliari a raccolta col benestare della nonna, omicidio che avviene in un modo che mi risparmio di raccontarvi. Resosi poi conto che le voci che circolano sui facili costumi della figlia sono false, il padre, paga il dottore per avere un certificato di autopsia falso che attesti tra l'altro che lei non era vergine. Inverosimile è un eufemismo.

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