Mentre qualcosa di me giace ostinato nel letto a continuare i miei sogni terribili è già lunedì mattina, svegliavn.
Musica nelle orecchie, colazione.
Ciao allo straccio in cucina, prendo il bicchiere dal lavandino, ciao bicch...
Latte duro sul fondo, merda, lavare. Acqua, spugna e puzza di rutto. Il mio dito pigia sul bianco raggrumato. Whighi Whighi whigh...scaz...Whighi Whighi whigh...scaz...
Christ-one penso, a quando risale questo bicchiere? Latte con due biscotti alle tre di notte, ignorato sulla scrivania per giorni. Macchietta sul fondo sei mia, tengo duro, stringo meglio il bicchiere e ci do giù con più forza per cancellare la faccetta di Heidi fatta di proteine e grasso raggrumati.
Rincoppo di dolcezza, mi distraggo e volo col pensiero all'infanzia, ai giri che facevo in bicicletta d'Estate. Perdo il controllo della bici, cado sento uno strappo doloroso, gratto un ginocchio contro l'asfalto, passo dal sorriso al terrore, lacrime, è questo il vero thriller.
Ma il dolore ora è reale, proprio qui, nella mia mano, cazzo, il bicchiere era rotto. Guardo gli occhi bruni di sangue che cominciano a sbriciare tra l'indice e l'anulare a ricordarmi il ripieno di me e inizio il solito piccolo e tenero dialogo interiore di quando ti fai male, scruto la mia mano senza parole e con compassionevole misericordia, come fosse mio figlio. Nel mentre cominico un po' a incazzarmi ma mi trattengo, fingo, aspetto preoccupato e paziente che le cose tornino a posto, che le cose MIE tornino dentro di ME o costruiscano una barriera funzionale e solida contro lo sporco di fuori (Come intercalare me la prendo con gli Dei ingiusti e imprecisi).
Ripasso i miei rudimenti di medicina, il sangue diventa rosso più scuro...
I pezzi di carta si inzuppano veloci. Meglio non pensarci troppo, dipingo Rocky col sangue sulla carta assorbente. Alzo, guardo, niente, no, eccoli, gli occhietti rossi mi sorridono ottimisti ma continuano a invitare amici per fare una festa di sangue sulla mia mano. Tra gli invitati, ci sono le Signore Rughette e mentre affogano mi dicono "stai calmo,abbiamo visto di peggio". Mi sento debole, vertigini.
Guardo il soffitto della cucina, un dottore gigantesco ingobbito da un soffitto troppo presente si piega verso di me col suo testone e mi fà segno di no con le dita. Dalla tasca tira fuori un cucchiaino viola metallizzato lunghissimo e lo conficca nel mio cranio aperto, sento solletico, non dolore. Sorridendo, il dottore estrae un bel cucchiaio di gelato, poi comincia mangiare gioioso, vaniglia e bava mi piovono addosso e in tutta la stanza.
Sulla credenza c'è l'altro mezzo cranio, mi mancava, è pieno di latte e cornflakes, qualcuno ha deciso di fare una bella colazione stamattina. Alla seconda cucchiaiata il dottore ci va un po' pesante e mi esce il cucchiaino dal naso.
Acqua e zucchero, brusco ritorno alla realtà noiosa delle cose reali, sono ancora li che inzuppo pezzi di carta assorbente, e va bene tutto, ma niente musica no!
Cosa ascolteresti in una situazione del genere?
Scrivilo qui sotto (a matita se no sporchi tutto)
Prima volevo fare un quadro poi ho smesso, facciamo il quadro, no non quello di Rocky, basta ritrattare:
rosso
puntini
pause
colore
rumore
strappo
taglio.
Mentre mi sento svenire delle fatine marroni mi guardano con sorrisi sbiaditi e malevoli da una sedia tutta schizzata di gelato, odio il decoupage.
La stanza si riempie di luce, ecco il momento perfetto, è come cadere e stare fermi allo stesso tempo. Riuscire a scorgere più piani dimensionali, vedere oltre il soffitto, laggiù in lontananza, scie di ghiaccio dietro le comete, riflessi lucenti sugli aggregati metallici che attraversano il cosmo, sentire la mollezza reale della gravità che trattiene solo le forme più degradate dell'essenza spirituale, percepire tutto l'insieme senza il fastidio dei dettagli, sentire, intuire il Tutto che gira e vibra come questa roccia quasi rotonda su cui vivo, quasi perfetta, come tutte le sfere, come la mia pupilla che intanto continua a roteare, ballerina tenace che gira scomposta prima di cadere e scomparire dietro il sipario dell'orbita
amor mio
io tenace
per qualche secondo
vivrò ancora attraverso di te.
Il pavimento, il soffitto, il pavimento, il soffitto, il pavimento, in fine svenire, questo si che è relax.
Saperlo in anticipo ti darebbe un certo vantaggio, domani lo rifaccio e metto anche due o tre cuscini per Terra, anzi no, per me.
E' tutto perfetto, se entrano gli infermieri penseranno che sto dormendo li.
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