La vita è un cancro che divora i pianeti (o almeno ci prova)

Alcuni di noi si comportano come le automobili per strada, mentre vanno sgasano, sfrizionano o frenano bruscamente. Macchine cieche che continuano ad andare avanti a rilento, in un sistema sovraccarico e sovrassaturo di veleni che loro stesse generano, tutto, nell'illusione di andare più in fretta, Perché?
Da dove nasce la necessità di fare in fretta? Chi ha cominciato questa massiccia campagna propagandistica che vede alla fine di ogni vittoria, nella vita e nei film, nei videogames, etc. Il nostro eroe che corre contro il tempo per vincere un premio?
Questo tipo di utilizzo sbagliato dell'energia serve ad aumentare i consumi ed è come al solito, un'imposizione che arriva dall'alto. Ma a questo punto se ne saranno accorti in molti che la formula non funziona più...e allora perché continuiamo a correre?
Se è vero che l'energia che abbiamo a disposizione è limitata, perché non utilizzarla meglio? Di sicuro quando questa è utilizzata male, finisce per danneggiare il corpo del singolo individuo e dell'intera società.
Prima degli enormi agglomerati urbani moderni, l'uomo, qualche volta, ha tentato di agire sull'ambiente in maniera ergonomica, egli si serviva cioè della tecnologia, per creare ambienti dove poter vivere meglio. Alla fine dell'era capitalistica, questo rapporto di causa-effetto si è invertito, assumendo le connotazioni negative a cui tutti stiamo assistendo. In altre parole, stiamo vivendo per creare un habitat favorevole alla macchina mostruosa che abbiamo creato. La prima cosa da fare quindi, non è salvare il pianeta, ma noi stessi da questa terribile situazione, trattare meglio il nostro habitat, non sarebbe altro che una conseguenza logica di questo nuovo modo di vivere.

La prima legge per far funzionare la macro macchina consumistica è sentirci perennemente insoddisfatti. È sempre come se avessimo quasi fatto le cose, ma senza la soddisfazione di concluderle mai completamente. È questa la fonte primaria di disagio dell'uomo moderno, nonché la causa principale della predisposizione al consumo indiscriminato.
Le tappe fondamentali di una vita realizzata dignitosamente, ormai sono raggiunte da sempre meno persone.
Prima del turbocapitalismo, la gente produceva più che altro beni fisici, l'energia era consumata in maniera funzionale alla produzione di questi e al mantenimento della vita stessa. Questo sistema era destinato ad esaurirsi, come è nell'ordine delle cose, esso aveva però un vantaggio, gli squilibri che si producevano tra energia consumata e prodotto finale erano più contenuti, inoltre, la natura dei nostri rifiuti era meno nociva.
Il lavoro era sfruttato, ma (spesso) veniva organizzato dalle stesse persone che lo svolgevano, o se non altro, da uomini con una certa competenza di quello che sarebbe stato prodotto, oggi non è più così. Le persone che facevano parte di questi microsistemi produttivi, non sentivano quell'angoscia del vivere una vita insoddisfacente. Farsi una famiglia e una casa erano cose implicitamente garantite dal fatto stesso di coesistere.
Un giorno forse, saremo costretti a ripartire da sistemi simili a quelli che c'erano prima della rivoluzione industriale, sfruttando però la tecnica per scopi più nobili del mero profitto personale. Alcuni resistono strenuamente, rimanendo attaccati a vecchi metodi di produzione in sintonia con il territorio, sono loro i partigiani e i reduci che oggi cercano di sopravvivere alle leggi imposte da un mercato globale impietoso. Il supergoverno che chiamiamo Comunità Europea, è presidiato dai vescovi della religione capitalistica, essi strozzano e impoveriscono quotidianamente tutte quelle piccole realtà territoriali, servendosi di leggi attuate secondo politiche economiche capitalistiche, castranti ed incredibilmente aggressive.
Il sistema globale però è al collasso, i segni sotto i nostri occhi, ed in molti ormai cominciano a sospettare che la caduta di questo, farà male all'uomo molto di più di qualsiasi catastrofe vista in precedenza. Il capitalismo realizzato è una religione imposta dalla dittatura economica petrolifera degli Stati Uniti sull'intero pianeta e questa, simulazioni a parte, ha sempre avuto il vantaggio di non essere mai stata veramente ostacolata da nessuno. Al contrario, tutti i sistemi antagonisti (primo tra questi quello comunista) prima di diventare regimi o essere schiacciati dal grande carro armato democratico della globalizzazione, grazie alla complicità dei servizi segreti, di dittatori pazzi o embarghi economici prolungati, sono morti portandosi dietro un'ideologia che (grazie soprattutto alla propaganda mediatica) da difficilmente realizzabile, è passata ad essere considerata diabolica ed in fine utopistica (parola meravigliosa di cui quasi tutti ignorano il significato reale). Ad oggi, tutte le ideologie che non contengano una spiccata componente di profitto economico sono ostracizzate, derise e messe al bando sul nascere.

Ma se un domani, dopo aver consumato tutte le risorse a disposizione, partissimo su delle astronavi per andare a vivere su un altro pianeta, quanto denaro dovremmo portarci?

Magia dei pezzetti di carta e metallo a parte, l'allucinazione di massa è rappresentata dal fatto che chiunque aderisca in maniera cieca al primo comandamento del capitale, è convinto che per continuare a sopravvivere, questo sistema necessiti obbligatoriamente di un livello di crescita e consumo esponenziale, pena, la retrocessione storica.
Nel frattempo, l'imbarbarimento culturale diffuso, la retrocessione storica la sta producendo per davvero, ma questo non sembra importare a nessuno.
La povertà dilagante generata dal modello turbocapitalistico, sta favorendo enormi flussi migratori di gente disperata, i più poveri del pianeta si stanno spostando verso le città e da queste non riusciranno più a muoversi. Questo fenomeno dannoso, come tutti quelli di cui cui l'uomo è la causa principale, necessiterebbe lo studio di nuove tecnologie di urbanizzazione*, di un po' di logistica e di un riassesto degli equilibri sociali che non avverrà mai. Ed è quest'ultima forse, la vera ragione per cui si sta fingendo che il problema non esista o che risieda altrove.
La verità è che la schiavitù non ha mai smesso di esistere, è diventato un finto problema per la sinistra radical chic e la destra xenofoba, dal momento che i poveracci ci sono arrivati fin sotto casa (nel primo caso) o che serva a raccattare più voti possibile (nel secondo). Ma fino a che hanno avuto i soldi per comprarle tutti, da dove arrivavano le Nike lo sapevamo benissimo, soltanto che non importava a nessuno.

"I poveri vendono droga per comprarsi le Nike mentre i ricchi vendono Nike per comprarsi la droga"
Ninna nanna - Chuck Palahniuk

Più in generale inoltre, c'è da notare che la popolazione del pianeta sta tutt'altro che diminuendo:
- Siamo il doppio di quanti eravamo cinquanta anni fa.
- Un bambino su tre non viene registrato alla nascita (fonte Unicef)
Ma attenti gente comune, coscienze infelici e borghesi, profughi o reietti delle democrazie capitalistiche, se chi ha più potere su di voi, dovesse decidere di rimediare a questo problema, non mi viene in mente nessuna maniera gentile in cui potrebbe farlo.
La macchina consumistica si nutre di biomassa, le scorie inquinanti che derivano dalla sovra-produzione hanno già cominciato ad ucciderci, possiamo dunque tranquillamente considerarci parte di quella biomassa che alimenta il sistema (basti pensare al mercato del tabacco, perché possa continuare ad esistere, la gente deve morire di cancro ai polmoni).
La novità è che la macchina si sta intasando, e ambientalisti o no, vecchi o meno, possessori di oasi felici o barboni senza casa, un senso di forte disagio esistenziale è ormai comune a tutti.
Il petrolio e le sostanze inquinanti si sono talmente infiltrate a fondo nel nostro ecosistema, che ce le ritroviamo nel piatto, sono ormai gli alimenti stessi ad essere velenosi e contaminati.
La gente quindi muore, perché questo sistema possa continuare a funzionare.

Ma siamo davvero condannati a vivere male per far funzionare un sistema che esiste solo in vista di un suo preannunciato e disastroso collasso?

Se la nostra società dovesse avere una svolta basata su valori più umani, come prima cosa diminuirebbe ulteriormente la mortalità e la gente farebbe ancora più figli, un problema non da poco per i più ricchi. Il cancro è la prima causa di morte sul pianeta, ma non è mai stato trattato come quello che è: una vera e propria epidemia. D'altronde considerarlo tale, sarebbe come ammettere implicitamente la disfunzionalità congenita del sistema stesso. Inoltre risolvere questo problema, implicherebbe che col benessere, la popolazione dei poveri andrebbe ulteriormente ad aumentare, raggiungendo forse dei livelli inaccettabili per la parte più ricca del pianeta.
Eccoci qua quindi, all'impasse finale, è la vita il vero cancro che divora i pianeti (o almeno ci prova), resisteremo colonizzando il sottosuolo o il cielo, continuando a diffonderci come il virus letale che siamo o ci renderemo conto che tutto l'universo non gira intorno alla vita umana?
Qualcuno dice che la Terra supererà anche questo, come ha resistito a meteoriti e glaciazioni.
Ma di sicuro nei prossimi anni, non saranno l'inquinamento, l'energia o l'acqua, la preoccupazione principale dei potenti del mondo...credetemi, non lo sono mai stati. Sarà piuttosto l'alto numero di poveracci concentrati nelle città, un numero che, continuando di questo passo, verrà di sicuro diminuito artificialmente, prima che superi davvero i livelli di guardia accettabili.

*per riassesto forse, si potrebbe intendere oltre al controllo delle nascite, uno sviluppo tecnologico più virtuoso e una distribuzione urbana più distesa sul territorio e meno concentrata. Tenuto conto che ad oggi, continuare a perseguire logiche di urbanizzazione vecchie, non ha prodotto altro che sovraffollamento e enormi agglomerati di casermoni popolari, che sono utili soltanto a un sistema capitalistico ormai alla deriva.

16 giugno 2014

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