Perché io so io e voi...



Nella società dello spettacolo il pubblico difende a spada tratta i propri idoli
Come mai reati finanziari ed omicidi a parte, qualsiasi malefatta perpetrata da uomini di talento, viene dalla maggior parte della gente giudicata con una certa indulgenza? La nostra predisposizione al perdono è - di solito -  direttamente proporzionale alla fama comunemente accreditata alla persona in questione.
A quanto pare, per poter continuare a godere da spettatori delle prodezze dei nostri beniamini, siamo disposti a perdonargli quasi di tutto.
Nella società dello spettacolo il pubblico difende a spada tratta i propri idoli. Ho sentito e letto di argomentazioni assurde che riportano a galla i grandi talenti del passato, artisti che sono stati anche dei mezzi criminali, pianisti che si sposavano con le cugine minorenni, il punto di vista di chi li difende è il seguente, se fosse vero che si sono comportati così male, come mai non sono stati puniti?
Si sostiene quindi che se una cosa sbagliata è rimasta impunita, per equità, è giusto che lo resti ancora.
Dalle forme d'arte più alte, agli impieghi che richiedono maggior professionalità, via via sempre più in basso, fino ad alcune discipline artistiche o pseudo tali, dove un certo grado di depravazione sembra addirittura necessario, o quanto meno facente parte di un corredo estetico e stilistico senza il quale, agli occhi degli osservatori più superficiali, non si potrebbe neanche esercitare il talento. Tutto il mondo appare pervaso da questo senso di indulgenza verso la depravazione connessa al successo.
Come mai?

Un sistema di valori alternativo
In ambito occidentale, dopo la grande perdita di "follower" che ha avuto la religione, la grande assenza che si sente è quella di un sistema di valori alternativo.
In più, una certa forma di nichilismo della domenica, si è trasformato da piccolo rettile a grande e imperioso serpente che striscia nelle città e attraverso i cervelli della gente.
Per dirla con Nietzsche dio è morto, io ci aggiungerei però che se non lo sostituiamo con qualcos'altro, rischiamo quantomeno di confonderci un po' le idee.
Era impensabile uccidere un sistema di valori spirituali qualsiasi e sostituirlo con il nulla, quindi cosa abbiamo fatto?
Ad un certo punto della nostra storia il profitto personale è divenuto una religione e ad oggi, due soli sono i generatori simbolici di tutti i valori nella società umana, il denaro e il successo, attraverso questi si ottiene potere con cui si esercita forza bruta sui corpi degli altri. Questa pratica è comune a qualsiasi livello della società.
- Attraverso le amministrazioni e la burocrazia si rallenta o velocizza l'ascesa sociale dei corpi
- Attraverso il successo artistico ci si garantisce indulgenza per le nostre trasgressioni
- Attraverso le divise ci si garantisce l'utilizzo legittimato della violenza
- Attraverso il successo economico si dispone dei corpi degli altri, dal minacciarli di povertà tramite il licenziamento, fino alla promessa di carriera o maggior successo attraverso i favori sessuali.
Che dire quindi di fronte al fatto che il tuo cantante e ballerino preferito era un pedofilo? O al comico stupratore seriale che drogava le sue vittime? O ancora al produttore cinematografico dei maggiori film di successo che, promettendo fama in cambio, forzava le attrici ad avere rapporti sessuali con lui...etc.
Qualche reazione sembra esserci stata. Nel faro "export oriented" delle democrazie occidentali si accusano da un po' di tempo alcuni uomini potenti di aver abusato delle loro posizioni. Un ondata di sdegno borghese ha attraversato il pianeta, più in generale l'umanità intera sembrerebbe essersi fermata per un attimo ed aver finalmente detto: "ma che cosa stiamo combinando?"
Questa piccola rivoluzione, come spesso accade, è nata per le ragioni sbagliate, ma ha avuto - almeno in parte - l'effetto sperato, ha cioè portato all'attenzione mondiale alcune storie incredibili di depravazione legata al successo. Dobbiamo però ammettere che fino a poco prima delle denunce, queste nefandezze succedevano con il bene tacito di tutti i colleghi del malcapitato, i quali dopo le denunce (e probabilmente su consiglio di manager o avvocati) si sono affrettati a salire sul carro degli abusati o sul podio dei difensori della morale. Tutto questo è successo principalmente perché un gruppo di donne e qualche uomo, molti dei quali, prostituendosi non avevano ottenuto il successo promesso, hanno deciso di formare il movimento Me Too e denunciare le persone che avevano abusato di loro...
Ma abusato dei loro corpi o delle loro speranze?
Il mondo si è diviso in due come sempre, i difensori dei beniamini dicevano "non ci credo, stanno esagerando, lo stanno calunnniando" e i nichilisti della domenica sostenevano "tanto si sapeva, è sempre stato così".
Pur ammettendo che la prostituzione e la richiesta di sesso in cambio di favori sono pratiche antiche, dobbiamo comunque sottolineare che nelle società umane, queste prassi spopolano con l'aumentare dei livelli di corruzione, inoltre non producono di certo felicità, tutt'al più appagano qualche appetito.

Il fine è sempre il potere. 
Quando si può, ci si immola sull'altare del sesso per ottenere denaro, attraverso questo si spera di accedere ai piani più alti della società, da lassù si potranno abusare i corpi e smettere di vedere abusato il proprio. Se si è poveri e brutti invece ci si fa abusare attraverso il lavoro, che produce sussistenza ma quasi mai ricchezza o elevazione sociale.
La nostra accettazione di questa esposizione generale al mal uso dei corpi (ab-uso) ha prodotto una generazione di giovani che hanno accettato questa logica distorta ancora più supinamente. Questo anche perché alcune delle vittime degli abusi hanno ottenuto realmente qualcosa in cambio. La logica da lotteria secondo cui nella miriade di corpi abusati tu potresti essere il prescelto, ha finito per prevalere. Piuttosto che fare la rivoluzione, i giovani ormai si recano spontaneamente nei luoghi di sfruttamento del corpo, siano questi i nuovi santuari del lavoro precario (nel caso dei poveri) o gli l'uffici boudoir dei produttori hollywoodiani (nel caso dei ricchi).
In un mondo turbocapitalistico dove ogni cosa diventa precaria appare logico che il lavoro si trasformi in prestazione. Laddove il ragazzo o la ragazza ne abbiano la possibilità, sembrerà a loro una cosa logica il prostituirsi, soprattutto quando esista la promessa di una proporzionalità tra il dolore patito e la ricompensa finale.
Che dire, qui è l'intera realtà umana ad essere un velo pietoso, non è neppure il caso di stenderlo.

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