Stevan Riley ha fatto un lavoro incredibile. Questo documentario è ineccepibile, i pezzi sono tutti lì meravigliosamente sparsi, la telecamera vola e plana dentro le fotografie e i filmati che galleggiano nel favoloso mare bugie, quelle che per stessa ammissione dell'attore sono state gran parte della sua vita.
C'è qualcosa di tenero e fanciullesco in Marlon Brando, quella cosa tipica di ogni bambino che prende un abbraccio invece che una sberla, dopo aver combinato qualche marachella.
Non viene svelato tutto, rimangono cioè appena delineati nell'ombra, certi retroscena neri che forse avrebbero contribuito a distruggere un mito prima del tempo.
Ricordo di aver visto una puntata assurda di "un giorno in pretura" in cui c'erano le riprese del processo al figlio. A un certo punto il giudice richiama all'ordine Marlon durante la sua deposizione, intimandogli di non recitare (in pratica stava facendo il padrino in un'aula di tribunale).

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