Il pornocromatismo
Considerazioni su immaginazione e immagine
L’Immagine non corrisponde all’immaginazione. L’immagine senza una storia se non quella del presente immediato e mediato dal godimento, è semmai la modalità espressiva più abusata e pervertita dell’immaginare (oltreché la più facile).
L’immaginazione suggerisce potenza vera, quella non consumata e non consumabile, la presagisce in maniera erotica, ma non la offre allo sbrano pornocromatico.
L’immagine invece è l’immaginazione disvelata nel peggiore dei modi, il coito consumato, che nella sua fissità granitica pretende di essere ammirato dagli altri, ma mai fisicamente toccato, non è cioè più modificabile, più realmente interagibile (anche se spende tutti i suoi sforzi tecnologici per farci credere il contrario).
Mentre l’immaginazione è un incontro delicato e cerebrale tra persone diverse che conoscono le buone maniere e i limiti. L’immagine è invece uno squallido spogliarello in un peep-show sul retro di un sexy-shop, dove tutti sono li divisi da una parete di cartongesso, convinti di essere unici e speciali, quando in realtà sono tristemente simili, paganti e schiavi di scenari omologanti.
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