Appetiti umani e inedie aliene
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Esistono altre cose diversamente vive, forse anche qui (es. i virus) e alcune ci somigliano, ma noi facciamo molto prima a non considerarle vive, in quanto non vive secondo le nostre stesse pulsioni, quindi le sfruttiamo, divoriamo, distruggiamo o nel migliore dei casi, le ignoriamo.
Da quando l'uomo moderno, dopo essersi precluso la vista del cielo e degli spazi aperti, ha cominciato a esercitare (pre) potenza e dominio sulla natura e sugli altri esseri, il concetto di esistente è ritornato a restringersi progressivamente, da universo a pianeta, a continente, a nazione, a squadra o squadraccia fino ad arrivare alle entità larvali che guardano il mondo attraverso i dispositivi tecnologici. Tramite gli schermi e le terminazioni nervose elettroniche anche dette rete, oggi si esperisce il mondo.
Altre forme diversamente vive esistono, forse anche al di fuori del nostro pianeta, ma vengono preventivamente alienizzate, demonizzate e ridotte alla stregua di mostruosità letali.
Inoltre ciò che è straniero, nell'immaginario collettivo, lo è sempre poiché rappresenta un brutto tentativo di assomigliarci e quanto più questo si allontana dai connotati di essere umano occidentale, tanto più assumerà le fattezze di un mostro. La bruttezza e la devianza tecnologica di ciò che ci è estraneo, devono essere percepite come spaventosa la prima e potente la seconda, perché insieme esse devono rappresentare una minaccia di aggressione mortale (proprio come il comunismo nella propaganda americana durante la guerra fredda).
D'altro canto gli stranieri, da qualsiasi direzione essi provengano, non possono essere minacciosi per il solo fatto di esistere, vanno quindi connotati prima che arrivino, proiettando su di loro le peggiori caratteristiche umane, per poi condensarle in un coacervo d'intenzioni diaboliche.
In secondo luogo occorre far percepire chi arriva da fuori come facente parte di un'invasione di massa, perché in questo modo si determinerà una vera minaccia ai nostri appetiti. É da tempo che si prepara tutto questo, la letteratura fantascientifica di serie b e poi il cinema, hanno proposto sempre più spesso modelli narrativi d'invasioni aliene su larga scala e guarda caso, la percezione del fenomeno dei flussi migratori odierni da parte dell'uomo occidentale medio è proprio questa.
La realtà è che a fronte di una buona propensione all'ospitalità (che non c'è) ci sarebbe spazio per tutti, perché ad essere congestionate sono solo le città. Le città capitalistiche sono antropocentripete, attirano cioè a se qualsiasi essere umano per renderlo consumabile (attraverso il lavoro subordinato) o consumatore (attraverso il suo posizionamento nelle zone geografiche con maggior diffusione delle sedi di consumo).
Venuta a mancare la lotta contro il potere, lo scopo di chi comanda è far convivere in spazi urbani ristretti, inadeguati e funzionali solo al capitale, identità culturalmente, religiosamente e storicamente aliene per metterle in contrasto tra loro, invece che con il potere stesso.
In conseguenza di ciò, le differenze culturali e religiose sono diventate un problema di difficile gestione, soprattutto considerando le condizioni di convivenza forzata, che sono una premessa artificiosamente orchestrata dal potere dominante, spacciata come unica evoluzione sociale possibile, inevitabile e naturale.
C'è da considerare inoltre che appetiti secondari a parte, l'odio per lo straniero è cosa logica, quando la convivenza forzata con esso influisce sugli appetiti di base delle popolazioni autoctone.
Se la convivenza tra etnie diverse avesse mai prodotto benessere e felicità, come mai nel faro protettore delle democrazie occidentali anche detto USA, bianchi e neri continuano a odiarsi dopo generazioni di convivenza?
Come mai gli immigrati cinesi sono ovunque da più di duecento anni, ma la percentuale di donne cinesi che si sposano con stranieri è pressoché nulla?
Se tra casa vostra e quella del vicino ci fosse un mare e voi aveste mezzi di trasporto adeguati (nel caso in cui egli fosse ospite gradito) andreste a prenderlo tutte le volte moribondo in mezzo al mare o a casa sua con i mezzi a disposizione? É più civile chi impedisce l'accesso a casa propria quando non vuole o non può più avere ospiti, o il misericordioso che va a raccattare moribondi in mezzo al mare?
Le considerazioni che si fanno a posteriori sono inutili quanto le morali del "si dovrebbe... " questi appena elencati in forma di domanda sono in realtà fatti, come è un fatto che gli uomini vivono assieme da sempre, ma lo fanno meglio quando hanno gli stessi usi e costumi e l'integrazione, comunque la si voglia intendere è a tutt'oggi un mito.
I clan: politici, familiari, sportivi, religiosi, militari etc. garantiscono certi privilegi, ma niente di più e ogni individuo all'interno di essi (gerarchie specifiche a parte) viene giudicato uguale tra gli uguali, quando conviene al gruppo e diverso quando non conviene più. Chiunque però può essere deriso, escluso, perseguito, ridotto in povertà e addirittura imprigionato o ucciso, qualora pur essendo uguale tra gli uguali, dimostri oltre ad argomentazioni valide, di condurre una vita diversa da quella prescritta, prima dai dettami feroci della religione del profitto e poi dalle leggi del clan di appartenenza.
Bene inteso che rimane valido il principio di non cadere nel tranello di considerare i flussi migratori odierni, come un fenomeno ad unico appannaggio dei fondi di camion o dei barconi, basti pensare di nuovo all'enorme numero di cinesi in giro per il mondo, che agiscono con piena disponibilità di mezzi e con calibrato spirito di penetrazione economica, avendo essi interiorizzato il peggio dei regimi comunisti e capitalisti.
I nostri preconcetti, veri o falsi che siano, hanno radici lontane. Milioni di anni fa il capo villaggio delle tribù primitive, non volendosi rendere responsabile di carestie, mancanza di pioggia o battute di caccia infruttuose, di sicuro cominciava presto a dire che tutta l'acqua, le bestie da cacciare o il benvolere del dio sole, se li erano presi quelli del villaggio vicino, bisognava quindi invaderli e andarsi a riprendere il maltolto. Oggi come ieri, nella stessa misura in cui non vogliamo che nessuno venga a toglierci il pane dal tavolo, siamo pronti a escludere gli stranieri o andare a casa loro a prenderci quello che ci serve con l'inganno, o libero mercato che dir si voglia.
Non capire più la differenza tra non esser completamente sazi ed essere affamati è il sintomo più grave della malattia dell'uomo moderno. Il consumatore è agitato e inadeguato, in quanto sempre affamato: di energia, di colori, di tecnologia, di cibo e di comfort. Come gli squali abbiamo la percezione netta che se ci fermassimo per più di pochi istanti, finiremmo per morire e ci concediamo un po' di ricarica, esattamente come gli oggetti tecnologici, ma niente di più. Per alcuni il concetto stesso di ferie è diventato inaccettabile, quando ci si rilassa o riposa di solito ci si annoia, perché si produce, vende o consuma poco o nulla.
Dietro tutto questo c'è ancora e sempre l'appetito infinito e la volontà di potenza ma:
Nel mondo globale, mentre ci viene imposto diventare tutti uguali, vengono meno i diversi da odiare.
Un altro punto cardine dell'attuale crisi è quindi la progressiva omologazione dell'intera popolazione planetaria alla stregua di consumatori occidentali americanizzati, etnicamente e culturalmente indifferenziati e più di recente asessuati.
Dopo la morte dei comunismi, più in generale di quel poco di buono che c'era nei socialismi storici, lo scudo del capitalismo è oggi ancora più forte, avendo esso inglobato dentro di se la sinistra radical chic, che spaccia integrazione e omologazione come naturali e storicamente inevitabili. La tensione enorme che è sotto gli occhi di tutti, si genera attraverso due forze divergenti, da un lato la propaganda capitalistica cerca di imporci connotati culturali e spirituali identici (estetica americana e adesione alla religione del profitto) e dall'altro ci forza ad avere convivenze pericolosamente anguste tra gruppi diversi, in quegli stessi spazi urbani ormai obsoleti e così poco rispettosi delle nostre diversità.
La crisi planetaria attuale è anche la crisi degli uguali, il sistema di propaganda, da un lato ci ha istruito per anni a considerare le persone di culture diverse come alieni, dall'altro li ha però recentemente annessi alla stessa cultura americanizzante che sta globalizzando tutto il pianeta.
Lo stesso appetito che ci accompagna e domina da quando eravamo esseri monocellulari è sempre stato fuori controllo, solo che fino ad oggi non aveva mai raggiunto i bordi del vetrino da microscopio. Produciamo merci in eccesso che non riusciamo più a consumare e non accenniamo a voler smettere, inoltre stiamo continuando a negare una crisi ambientale che è sotto gli occhi di tutti.
Persino i nostri ragionamenti, tutto il nostro razionalizzare, le ideologie e la nostra cultura, sono schiavi del nostro enorme appetito, prova ne è il fatto che noi (a parte pochi rarissimi casi) ragioniamo sempre in conseguenza di questa esigenza imprescindibile, divorare tutto l'esistente.
Per non indurre in tentazione chi potrebbe sottrarci ciò che è in nostro possesso, dobbiamo farne sfoggio ma non mostrarlo mai del tutto, la mia ricchezza deve essere solo presagita, intuita, ma mai completamente svelata. A volte però, neanche questo basta, infatti il possesso non è che un misero surrogato del divorare, le cose possedute perdono presto di pregio ed interesse quando non vengono divorate o consumate, perché il piacere finale si ha nel sottrarre, oltre che al possesso della collettività (proprietà privata) alla vista del prossimo. Attraverso lo sbrano, le potenzialità energetiche di ciò che viene ingerito, sono assorbite esclusivamente dal soggetto privilegiato.
Attraverso la digestione si realizza la forma di possesso più definitiva, la distruzione e cioè l'estinzione dell'oggetto del desiderio comune, è questa la ragione per cui prima che qualsiasi altra cosa, l'uomo moderno è sovrappeso.
La comunicazione pubblicitaria suggerisce a un consumatore intontito e indifferenziato, che potrà ancora avere un prodotto appositamente studiato per lui, naturalmente questo non avviene e da qui deriva la frustrazione che degenera in sindrome d'acquisto compulsivo e consumo eccessivo.
I ragazzini lobotomizzati in fila di notte, in attesa davanti al negozio che vende il nuovo oggetto tecnologico mediatore della realtà, vivono nella speranza di poter essere i primi ad averlo, quando realizzano di non poterci riuscire, cercano almeno di godere del fatto di essere gli unici a possederlo in ambienti più ristretti, ma anche questo non basta.
Persino tutte le normali esigenze umane che potrebbero esser vissute più spiritualmente o perlomeno seguendo la regola delle giuste proporzioni, diventano presto appetiti incontenibili. Nel sistema capitalistico, la propaganda massmediatica trasforma ogni cosa vendibile in un'esigenza di status sociale imprescindibile. Anche ciò che si potrebbe ottenere liberamente viene inglobato e concesso a poco prezzo, o addirittura gratuitamente (ad esempio la droga o la pornografia su internet) perché l'essenziale è che qualsiasi forma di piacere venga venduta, anche a poco prezzo (è il caso della droga) e se così non si può fare, questa dovrà essere goduta gratuitamente ma attraverso i canali mediati dal potere (è il caso del sesso). É questa la grande truffa della tecnologia ed è incredibile che anche certi presunti guru come Casaleggio, si siano fatti abbagliare dalle effimere potenzialità estetiche, senza comprenderne le enormi pericolosità intrinseche.
Allo stato attuale delle cose, i francesi ancora mettono sotto assedio tutta la Francia ogni volta che il popolo lo reputa giusto, in Italia invece ci si continua a indignare su Facebook pensando che questo possa dar seguito delle rivoluzioni che di fatto non avvengono mai.
Conclusioni
Il prossimo passo?
I supereroi!
L'eroe moderno, nella cultura cinematografica statunitense ha stabilito degli standard superumani, come fisici al limite dell'iperrealismo, forza aumentata attraverso la tecnologia, poteri speciali derivanti da mutazioni genetiche (di solito ottenute attraverso fortunati incidenti tecno-farmacologici).
La logica distorta dietro tutto questo, ci suggerisce che nell'immediato presente la tecnica potrà anche sbagliare facendoci soffrire, ma in futuro produrrà esseri umani migliori e più potenti. Quindi nei film di questo genere, tutti i supereroi soffrono mentre si trasformano, perché è questo in fondo rinascere da se stessi ed è questo che vorremo tutti, rigenerarci mentre siamo ancora in vita, emanciparci cioè dai meccanismi della duplicazione biologica comuni a tutti, perché è inutile posticipare la propria morte, se non si ha potere anche sulla (ri) nascita.
I poteri forti ci avvisano che si potrà fare e sarà doloroso, ma alla fine saremo tutti superumani, o almeno chi avrà il denaro per poterselo permettere.
Certo, si potrebbe obiettare che questa è fantascienza, intanto però, fuori nel mondo "reale" l'azienda che forniva i gas ai nazisti e quella che produce i semi geneticamente modificati che muoiono se non li annaffi col fertilizzante brevettato della stessa azienda, stanno provando a fondersi. Chissà quali innovativi prodotti avranno da proporci nel prossimo futuro?
sembrava avere senso il
27 maggio 2016
Nota aggiuntiva: Bayer e Monsanto si sono effettivamente fuse.
14 settembre 2016
Human's appetite and aliens' starvation
Appetite is the primary function of every living thing on earth, to the point where even the duplication is second to it.
There are other things differently alive, perhaps even here (e.g. viruses) and some of these look just like us, but we don't consider them alive, because they don't live according to our own instincts, so we use them, we devour them, we destroy them or in best case scenario, we ignore them.
Since the modern man blinded himself to the view of the sky and landscapes, he began to exercise power and arrogance, dominating nature and other living things. The concept of existence returned to shrink gradually, from universe to planet, to continent, to nation, to team or fascist squad, way down to the larval entities, who esperience the world through technological devices, screens and electronic nerves terminal, also called network.
There are other life forms, possibly even in outer space, but they are previously alienized, demonized and treated in the same way as lethal monstrosities.
The foreigner is always seen by the community as a bad attempt to look like us, and the more he moves away from the connotations of western human, the more he's seen like a monster. foreigner's ugliness and technological deviance, must be perceived frightening (the first one) and powerful (the second one) because they must be considered the biggest threat of deadly aggression (just like communism in american propaganda during the cold war).
On the other hand foreigners, from wherever they come, can not be considered as a threat to the mere fact that they exist. The system shape them to our eyes before they even come, projecting on them the worst human characteristics, and condensing them in a jumble of evil intentions.
Furthermore the system need us to perceive the foreigner as part of mass invasion, because our appetites must be threaten. Propaganda instructs us to be xenofobic for many years now, from bush league literature to science fiction b-movie, there are always more and more narrative models about alien invasions on a large scale, and coincidentally, the perception for today's mass migration is just the same.
The truth is, if we were more hospitable (and we are not) there would be room for everyone, because the cities, and only the cities are full of people to the brim. Capitalist cities are anthropocentripetal, they attract people to make them consumable (through subordinate job) or consumers (by placing them in geographical areas close to consumerism headquarters).
When the struggle against power stopped, the machine won, and now it requires people to live in cramped urban locations, inadequate and functional only to capitalist system. We are all different: our cultural identity, religion and history, we are alien to each other, and the system need us to be in conflict with one another, rather than with the system itself.
As result, the cultural and religious differences between us, have become a difficult problem to manage, especially given the conditions of forced cohabitation, which are the prerequisite artificially orchestrated by the ruling power, and the system pretends that pattern to be inevitable and natural.
Also we have to consider that secondary appetites aside, the hatred against foreigner is a logical consequence, when the forced cohabitation affect the basic appetites of pre-existing populations.
If the coexistence of multi-ethnic groups had ever produced wellbeing and happiness, how come that in the USA, the lighthouse protector of western democracies, white and black people continue to hate each other after generations of coexistence?
Why chinese immigrants are everywhere for over two hundred years, but the percentage of chinese women married to strangers is minimum?
If there's a sea between you and your neighbor's house, and you have adequate means of transport (considering him like a welcome guest) would you go rescue him almost drowned, or with available vehicles? Who's more civilized? The population that prevents access to his own country when they don't want, or can not have more guest? Or those merciful that rescue people dying everyday in the sea?
The considerations that everyone does after every fact of chronicle are useless. It's a fact that men live together, but they do realize a better coexistence when they share the same habits, and integration, however people wants to read it, is today still a myth.
Every clan, party, family, team, religious or military group guarantee us certain privileges, but nothing more. When someone is accepted into these clans, he is judged (apart from the typical hierarchies) equal among equals only when it's convenient to the group, otherwise the same person became different from the others, when he is no longer useful. Anyone can be ridiculed, excluded, pursued, impoverished and even imprisoned or killed, no matter what, if someone lead a lifestyle in open conflict with the rules of power, he is banished. The first rule is to follow the religion of profit, second comes the specific laws of the clan, you follow it or you're out.
Remains valid the principle that we can not fall into the trap of considering today's migration flows as a phenomenon moving only through the false bottom of the trucks or barges, you just have to think back to the huge number of chinese people around the world, they are acting with full financial availability and calibrated spirit of economic penetration, since they have internalized the worst part of the communist and capitalist regimes.
Our preconceptions, true or false that they are, have deep roots. Millions of years ago, most likely the village-headman of primitive tribes, that did not want to be responsible for famines, lack of rain or bad hunting trip, for sure he told his subjects that all the water, the animals to be hunted, or the sun god's kindness, had been stolen by people of the nearby village, so he probably said "we had to invade them to take back our stolen goods". Today as yesterday, we don't want anyone or anything to take away our bread from the table, so we are always ready to exclude foreigners or invade their countries to pick up what we need by frauding them, or free marketing or job-offshoring or whatever you want to call it.
We no longer understand the difference between not being satiated and being hungry, and that's the most serious symptom of modern man's disease. The consumer feels restless and inadequate, because he's always hungry: for energy, for color, for technology, for food and comfort. Like sharks we have the clear perception that if we stop moving for more than a few moments, we would end up dying, we allow ourselves a bit 'charging, just like technology objects, but nothing more. For some people the concept of vacation became unacceptable, when you relax or rest, usually you get bored, because you don't sell or buy anything.
Behind this patterns, there's the usual infinite appetite and the will to power, but:
In a global world, where the system forces us to become identical, the others to hate are vanishing.
The system is gradually transforming the entire planetary population in western consumers, americanized, ethnically and culturally undifferentiated and more recently asexuated, just another cornerstone of the current global crisis.
After the death of communism, more generally the end of the little good there was in historical socialism, the shield of capitalism is now even stronger, because it has absorbed the worst part of the left, the radical chic people, which peddles integration and homogenisation as natural and historically inevitable. The enormous tension that is there for all to see, is generated through two divergent forces, the capitalist propaganda tries to impose the same cultural and spiritual connotations for every culture (american aesthetic and adherence to religion of profit) and on the other side, the same system force us to have dangerously narrow cohabitation, in those very same outdated urban spaces, that are so disrespectful for each other differences.
The current global crisis is also the crisis of equal, the propaganda system first instructed us for years to treat people of different cultures as aliens, on the other hand however, it has recently incorporate them into the same americanized culture that is globalizing all the planet.
The same appetite dominates us since we were single-celled life forms, and it has always been out of control, but until now, we had never reached the edges of the microscope slide. We are producing an excess of goods that we can no longer consume, we are also denying an environmental crisis that is there for all to see.
Even our way of thinking, rationalizing, every ideologies and culture, are slaves to that huge appetite, the proof is the fact that our final thinking (apart from a few rare cases) is always subject to that vital need, eating up all the 'existing.
We do not want to tempt those who could steal what is ours, so we show our wealth but never all, my wealth must be only foreshadowed by other people, sensed but never fully revealed, but even so we are fully satisfied, possession is a poor substitute of devouring the things that we own, that very same things soon lose their value and our interest quickly falls, if we can't devour them. Our biggest pleasure is to subtract the object to the community (private property) this way no one can enjoy our wealth. And in the end, by tearing apart the object, the potential energy is ingested, is absorbed solely by us, the privileged persons.
Digestion is the final possession, and that's, above all others, is the cause of overweight in western populations.
Advertising propaganda instructs a dazed and undifferentiated consumer, that he can still have a product designed specifically for him, but that's impossible, so he became a frustrated and compulsive shopper.
The kids are lining up, lobotomized, they are waiting in front the shop to get the new technological object mediator of reality, their hope is to be the first to own it, when they understand to be defeated, at least they try to enjoy owning it, in a smaller social environments (classroom, family, friends, etc.) but even that is not enough.
All the usual needs that could be experienced more spiritually (or at least following the rule of the right proportions) soon become uncontrollable appetites. In the capitalist system, the mass media propaganda transforms everything in salable status symbol. Even things that you can freely get, are soon incorporated into the system, sold cheaply or even for free (for example, drugs or pornography on the internet) because any form of pleasure must be sold, even at low prices (in the case of drugs) and if the system can't do it, this will be enjoyed for free, but mandatory through the net and the channels mediated by the power (in the case of sex on the internet).
That's the biggest scam of the technology and it's amazing that even an alleged internet gurus like Roberto Casaleggio, was dazzled by the ephemeral aesthetic potential, but he didn't understand the enormous inherent danger.
Nowadays, french population still put under siege their country, whenever they deem is right, in Italy instead we show our indignation on Facebook, thinking it means start a revolution that never happens.
Conclusions
What's next step?
Superheroes!
American movie culture has established superhuman standards for modern heroes, such as physical one, the heroes are represented on the edge of hyperrealism, their strength is increased through technology, their special powers are caused by genetic mutations (usually obtained through lucky techno-pharmacological accidents).
The distorted logic behind that, suggests that now the Technique can make us suffer, but in the next future it will produce a better and more powerful human being. So in that kind of movie, the superheroe suffers while transforming, because that's basically reborn from ourselves and that's what we all want, upgrade and regenerate during our life, such as emancipate ourselves from the mechanisms of biological duplication, because it's useless to postpone our death, if we can not even dominate the (re) birth.
The system is warning us that we can be better, and it will be painful, but in the end we will be superhuman, or at least those who have the money to afford it.
Sure, you could argue that it's just science fiction, but meanwhile, out in the real world, the company that supplied the gas to the Nazis, and the one that produces genetically modified seeds that die if you do not flush them with patented fertilizer commercialized by very the same company, they are trying to merge. Can you imagine what products they will propose us in the next future?
To me it seemed to make sense on
May 27, 2016
Additional note:
Bayer and Monsanto have effectively merged.
September 14, 2016
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