Il mio regno

Seco porta
i frutti del vero
e appena arrivato
nel paese dei bugiardi,
il profeta errante
viene tosto derubato.
A seguir poi
il ladro manigoldo
dopo essersi ingozzato
raccoglie il defecato
e ancora non contento,
credendosi il più furbo
prova poi a rivenderlo
recandosi al mercato.

La povertà danza
nuda e mezza pazza
di fronte a musici poveri
che guardano la tazza.
Ciotole e coppe vuote
nel paese dei bugiardi,
vagano ebbri dottori
tra le vittime impazienti.
Ondeggiano amanti giovani
unte
sui copri vecchi,
mentre i bastardi mendicano
azzuffandosi coi cani.

Nel buio
ancora pance
e guance
dietro alle lame,
occhi di porci lucidi
e fiato di pecorina.

Noi qui
senza pace
aridi
come dei semi morti,
ce ne restiamo inerti
pronti a dar frutti amari.

La vigliaccheria come nebbia
che su tutti i governi regna,
è un folle contagio magico
e i cuori di tutti impregna.

"Da qualche parte sarai pur luce!"
madre di questo scempio
che ci sorvoli come fenice,
incurante dei nostri mali.
"Da qualche parte sarai pur vero!"
urla il profeta ai bugiardi
sdraiato tra i cani
e ormai povero
mendicando insieme ai bastardi.

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