È il mio, il mio collasso preferito

Affondo vestito in un divano tirandomi dietro il copriletto e uno scialle, scena già vista.
La stoffa è la mamma di tutti, copre le vergogne, combatte gli inverni al posto tuo, è trascurata come te ma puzza sempre un po' meno, insomma, una certezza che è uguale dappertutto. Tra le sue montagne e negli interstizi tra i cuscini, i miei pensieri sconnessi ritroveranno anche stanotte quel che cerco da sempre, il mio oro, la perdita di conoscienza. Il sonno chimico dell'alcol che è insieme pace, morte e preghiera.
Morfeo tiene in mano il mio cervello fatto di mosche vibranti, se ne stanno lì, pronte a spiccare il volo, ma in realtà restano immobili. Alla fine la testa si fa più leggera, gli amici perdonano gli amici, i padri perdonano i figli, gli amanti e gli elettori perdonano tutto. Lasciare il corpo con la supponenza di chi sogna lontano dai sogni, diventare materia inerte

...e dopo tanto vivere inutile, librarsi, guardando dall'alto l'incedere iniquo delle cose terrene.

mosche...bzzzzzzz

Ci si raggomitola, accartoccia, si affonda e si muore felici tutte le notti.
Enormi uccelli silenziosi planano su un mare caldo di sonno senza scogli.
Poi il fastidio si fa breccia sin dentro le mie morbidezze, un segnale dall'universo dei vivi: devo pisciare!
Sto per visitare l'inferno ma non lo so ancora, mi alzo dal divano come quando ero bambino, salto giù deciso, convinto delle mie forze e ancora pregno dell'energia dei sogni, ma questo è l'aldiquà, ed entrare negli specchi è più difficile che uscirne.
Ho la pancia ancora piena di pesci burro e vodka, barcollo, rischio di inciampare sui nervi viscidi scivolati fuori dalla mia colonna vertebrale, rallento, le gambe mi cedono. Dalle mie viscere sorge la mano nera di demone che comincia a muoversi dall'interno, si dirige verso il cuore bruciando tutto. Entro in bagno e freno, mi tengo al lavandino, un pavimento di panettoni neri mi vuole inghiottire, ignoro lo specchio. Un senso di debolezza e un dolore fortissimo al petto crescono insieme, con forza. Intuisco che il mio corpo sta per cedere, non so se per svenire, morire o tornare ai miei sogni di prima. Attraversando metallo, plastica e vetro, una lama di luce al neon entra dal cortile nella finestra del ...bzzzzzzzz mosche

ecco l'attimo

qualcosa trafigge la penombra
Con l'occhio vedo il mio occhio, lo specchio mi cattura!
cado giù
come corda nell'acqua
vado
prima piano, poi veloce, trascino con me flaconi e boccette, la mia testa sbatte o si appoggia per terra, sono di fianco al water, ma me ne accorgerò solo dopo, so cosa sta succedendo ma non sono ancora lì, nella mia testa sto ancora cadendo. Uno spillo di ghiaccio trafigge il mio cuore in volo, il dolore cede il passo alla vertigine.
Sto morendo
sono mortale
o sono ancora nel mondo dei sogni?
Magari sono ancora sul divano.
No, sono davvero per terra, cerco di farmi forza, tirarmi su, combatto la sensazione di morire usando la spada del raziocinio. Nel frattempo, una vecchia cagna senza pelle chiamata paura, mi sta sbranando furibonda la schiena.
Il pugno nero continua a stringere, le unghie del demone mi iniettano anestesia e brividi, le sento penetrare in profondità nelle carni, tutto mi sta abbandonando, in un PLOP il mio cuore si smaciulla, si ferma, lo sento, non pompa più vita.
È come il dolore di un cazzotto in faccia, che dura settimane, ma è concentrato nel petto, ed è forte.
Sono ancora sdraiato, sto male, muovo sconnesse le braccia e le gambe, l'aria diventa acqua, non respiro, provo ad emettere un rantolo ma rimane un sibilo.

Sono un insetto ferito in un mondo alieno.

Non penso a niente, non penso a nessuno, non ho nessuno da salutare.
Vorrei solo trasformarmi in polvere, evitare le offese continue dell'esistere.
Mi rassicuro, sono polvere, non marcirò.
Se solo un vento che spacca tutto venisse a spazzarmi via, penso,
se solo avessi aperto la finestra del bagn..
e svengo...

...bzzzzzzzz...mosche.

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